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 La Barca


 

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Un'altra domanda frequente riguarda la nostra esperienza con la barca ed i vari sistemi: quali cose hanno dato un buon risultato, e quali rifaremmo diversamente? Naturalmente ogni esperienza è diversa, ed una crociera lungo gli alisei è una cosa diversa dal navigare nei "40 ruggenti", comunque questi sono i commenti che ci sentiamo di fare:

COSA HA FUNZIONATO, COSA NO

LA BARCA: noi abbiamo puntato su un OVNI principalmente per la robustezza dello scafo in alluminio, e sul 385 (che è in effetti un 40 piedi) semplicemente perchè era il più grande che potevamo permetterci, mentre non eravamo particolarmente interessati alla deriva mobile.

Le dimensioni: solo un quarto circa della flotta del Rally era nella nostra stessa fascia di dimensioni, tutte le altre erano decisamente più grosse e di conseguenza più capienti e più veloci.
Queste dimensioni sono risultate un po' al limite massimo per poter manovrare in due persone senza l'ausilio di winch elettrici, eppure poco capiente per stivare a bordo tutto quel che serve in un viaggio di due anni oltre alle riserve di cibo. Avremmo faticato ad accomodare a bordo una terza persona, specialmente nelle traversate.
La nostra velocità media è stata di 5 nodi esatti, una delle più basse della flotta dove le medie si aggiravano tra i 6 ed i 7 nodi, con punte fino a 9!!

La deriva mobile è servita a ben poco, giusto in qualche raro caso per infilarsi in passaggi poco profondi riducendo il rischio di toccare, e le opportunità per spiaggiare la barca o ancorarsi in un metro d'acqua sono praticamente inesistenti (o pericolose) nelle coste orlate dai coralli.

LE VELE: navigando con vento quasi sempre a non più di 30 gradi dalla poppa piena, abbiamo presto scoperto la semplicità ed il comfort di navigare col solo genoa, facilmente regolabile da una persona sola senza dover lasciare il pozzetto; il problema erano i venti leggeri, sotto i 12-13 nodi apparenti, quando sarebbe servita più tela ed il nostro genoa pesante faticava a star gonfio nell'onnipresente rollio.
Molte barche del Rally avevano, per questa andatura, le trinchette gemelle (due yankee, più esattamente) tangonate, e nelle condizioni giuste facevano un nodo più di noi; il sistema però è macchinoso da armare e disarmare in condizioni di vento variabile.
Un'altra soluzione è l'andatura a farfalla, che abbiamo usato spesso ma il cui principale difetto è la lentezza con cui si può ridurre vela all'arrivo dell'inevitabile colpo di vento.
Noi puntavamo molto sull'uso del Gennaker per venti leggeri, ma in realtà con venti tra i 10 ed i 15 nodi questa vela comincia ad essere al limite e la manovra, ancora una volta, è lenta: ci sarebbe voluto un avvolgitore.
Puntavamo molto sull'armo a cutter, sopratutto per la navigazione di bolina con vento forte, ma si è rivelato un fiasco, sopratutto per la forma troppo allunata e di fatto inservibile della nostra trinchetta autovirante.
La randa full-batten con terzaroli classici ha funzionato benissimo (quando l'abbiamo usata!!) e la presa di terzaroli dall'albero non era troppo problematica.

MOTORE: il nostro Volvo Penta 50HP (revisionato prima della partenza) si è comportato impeccabilmente durante tutto il viaggio, così come l'elica pieghevole Maxprop.
Il motore è sovradimensionato, ed E' GIUSTO COSI'!! Avevamo potenza sufficiente per risalire contro un vento molto forte, ed una accettabile velocità di crociera ad un regime di giri economico.

SISTEMI DI NAVIGAZIONE: la nostra elettronica di navigazione era basata su strumenti Raymarine,in modo da sfruttare la capacità degli strumenti di interscambiare informazioni tra di loro, e questo si è rivelato un punto di forza, ma anche una debolezza perchè il circuito "seatalk" è usato anche per distribuire l'alimentazione ed un guasto ad uno strumento può metterli fuori uso tutti, come ci è capitato quando ci siamo ribaltati.
I nostri due schermi radar/chartplotter erano di un vecchio modello, ma avevano il pregio di poter essere collegati tra di loro in modo che il display montato in pozzetto davanti al timone poteva condividere le carte e lo schermo radar con lo strumento principale installato sottocoperta, una soluzione questa che si è confermata validissima e che solo recentemente Raymarine ha reso disponibile in modelli di prezzo medio.
Essenziale il radar, oltre che per gli usi ovvii, anche per avvistare i temporali in tempo utile per aggirarli e, cosa utilissima, per sovrapporre l'immagine radar con la carta nautica per accertarsi di eventuali errori di posizionamento della carta stessa, qualcosa tutt'altro che improbabile con carte fatte nell'ottocento!
Purtroppo il nostro radar si è rivelato poco efficace nell'individuare le piccole imbarcazioni da pesca che dall'Indonesia in poi abbiamo incontrato anche a grande distanza dalla costa, forse una antenna più potente (ma più ingombrante...) avrebbe dato un risultato migliore?
Il nostro autopilota elettronico ST6000+ con servocomando idraulico ci ha servito alla grande, ed il telecomando smartpilot anche se un pò esagerato si è rivelato più comodo di quanto non pensassimo inizialmente.

COMFORT DI BORDO: il forno a gas ENO, un modello relativamente economico, ha sempre funzionato bene; a causa delle ridotte dimensioni del nostro gavone per le bombole, eravamo limitati a 2 bombole camping-gas + 2 bombole da camper con attacco standard italiano domestico, e con l'unica eccezione dell'Australia, dove abbiamo dovuto acquistare una bombola locale, abbiamo sempre trovato da ricaricare un tipo o l'altro di bombola (ognuna delle quali ci durava circa 1 mese).
Il frigorifero Isotherm con raffreddamento ad acqua di mare è l'apparecchio che ci ha dato più problemi durante il viaggio: la centralina di controllo si è bruciata 4 volte (costo: 250 Euro ciascuna!!!) finché non abbiamo fatto una modifica per alimentare la pompa-acqua di raffreddamento tramite un relé (NOTA: l'ultimo modello di centralina è stato modificato per ovviare a questo problema).
Il vano frigorifero era decisamente piccolino e probabilmente mal isolato, mentre il consumo di energia elettrica era ragionevole.
Non avevamo un freezer, sia per ragioni di spazio che per il consumo elevato, ed abbiamo invidiato molto le barche grandi, che gustavano bistecche surgelate in mezzo all'oceano...
Non avevamo né riscaldamento né condizionamento d'aria centralizzati, il primo perché non pensavamo (sbagliandoci!) di averne bisogno, il secondo perché il consumo di energia elettrica sarebbe stato proibitivo. Avevamo soltanto una piccola stufetta elettrica (che é stata preziosa - ma solo in porto - contro il freddo del Queensland Australiano!...) e ventilatori che contribuivano, più di quanto non si potrebbe pensare, a rinfrescare la cabina. Molte delle barche più grandi avevano il condizionatore d'aria, e ne hanno fatto largo uso, quando il loro gruppo elettrogeno funzionava....

già, gli IMPIANTI ELETTRICI, croce e delizia di tutte le barche: il nostro parco batterie era di 3 batterie piombo/argento da 100Ah ciascuna per i servizi, più una identica per il motore: una capacità più alta sarebbe stata desiderabile, ma non avevamo lo spazio nell'apposito contenitore.
Teoricamente, coi nostri consumi tipici, in navigazione avevamo bisogno di ricaricare almeno due volte al giorno, per un totale di almeno 3 ore al giorno; queste erano un po' ridotte dal contributo di energia fornita dal generatore a vento Aerogen (finché verso la fine del viaggio abbiamo dovuto smettere di usarlo a causa delle forti vibrazioni dovute al logorio dei cuscinetti) e dal grosso pannello solare da 100w.
Nei giorni migliori, siamo arrivati a dover caricare col motore anche meno di un'ora al giorno.
Non avevamo un gruppo elettrogeno separato, principalmente per problemi di spazio, ed i gruppi elettrogeni sono risultati essere di gran lunga la principale causa di avarie sulle barche che ne erano dotate: più di una barca è addirittura arrivata a sostituire interamente il gruppo durante il viaggio!!
Dovessimo rifare un viaggio del genere, certamente cercheremmo di trovare lo spazio a bordo per un gruppo elettrogeno diesel, ma è essenziale rodare per bene il sistema prima di partire, ed assicurarsi che il sistema sia accessibile per riparazioni e manutenzione!
Qualche barca delle più piccole aveva un generatore portatile a benzina, che utilizzavano sopratutto negli ancoraggi; soluzione non ideale, ma certamente meglio che niente, e potenzialmente utile in caso di guasto al motore principale.

COMUNICAZIONI: comunicare con le altre barche durante la navigazione, comunicare coi parenti a casa, ricevere bollettini meteorologici, tenere un blog o un sito web aggiornato, comunicare con quella nave che sembra in rotta di collisione, e, toccando ferro, chiamare la cavalleria in caso di una emergenza: i sistemi di comunicazione moderni hanno una (o spesso più di una!...) risposta a tutte queste esigenze!

RADIO SSB: anche se la radio SSB stà venendo rapidamente soppiantata dai sistemi satellitari a bordo delle navi, è ancora il principale mezzo di comunicazione da barca a barca durante la navigazione, ed i due appuntamenti giornalieri per rilevare la posizione di ogni barca nella flotta, seguiti da una mezz'oretta di chiacchere (che condizioni meteo avete, cosa avete pescato/mangiato/letto) spesso rappresentavano il momento clou della giornata. Specialmente nelle traversate più lunghe, quando la flotta era dispersa su un'area di diverse centinaia di miglia, le comunicazioni tra i due estremi erano spesso difficili ed in queste condizioni la nostra radio Sailor 4500 si è rivelata una delle migliori della flotta, quasi tutta equipaggiata con radio Icom.

E-MAIL via SSB: una volta che la costosa radio SSB è installata per altre esigenze, vale la pena di sfruttarla anche per inviare/ricevere e-mail; il servizio più utilizzato, anche in virtù del suo basso prezzo (250 dollari l'anno) era Sailmail, seguito da Mailasail che era il servizio sponsorizzato dal Rally. Per inviare/ricevere e-mail sulla radio SSB necessario un modem "Pactor", costosissimo, ed il collegamento è un po' un'arte nella quale qualche barca aveva più problemi di altre. Per noi Sailmail ha funzionato discretamente bene in tutte le parti del pianeta, ed il software Airmail ha il pregio di poter essere utilizzato anche con il telefono satellitare o con una connessione wi-fi quando questa è disponibile.

TELEFONO SATELLITARE: molte barche, incluso noi, avevano a bordo un telefono satellitare, nella maggior parte dei casi un Iridium e solo alcuni Inmarsat (Mini-M o Sat-C), generalmente più costosi.
Il nostro Iridium portatile, semplicemente equipaggiato con la piccola antenna esterna in dotazione, ha in genere funzionato passabilmente bene, sia per chiamate telefoniche e sia per l'e-mail, anche se spesso la qualità della voce era terribile e capitava di perdere il segnale per qualche minuto, probabilmente a causa del movimento dei satelliti.
Purtroppo il costo dell'abbonamento non è bassissimo, ma in un viaggio di questo genere ne vale decisamente la pena, mentre sarebbe un po' un lusso in una navigazione costiera dove solo occasionalmente si è fuori dalla copertura del telefono GSM.

TELEFONO GSM: una volta giunti a terra, abbiamo quasi sempre avuto disponibilità del servizio cellulare GSM (uniche eccezioni le Tuamotu e le Maldive, nonché qualche isola indonesiana o tailandese troppo lontana dalla terraferma).
Per un viaggio intorno al mondo è necessario avere un telefono quadri-banda (la 4a banda è utilizzata in qualche isola dei Caraibi e pochi altri luoghi), anzi una scorta di 3 o 4 telefoni, perché il rischio di danneggiarli è alto!
Assolutamente essenziale comperare in ogni Paese delle SIM-card locali, generalmente disponibili per pochi dollari e con procedure molto sbrigative, ed infinitamente meno costose per chiamare casa rispetto alle tariffe dei nostri abbonamenti europei usati dall'estero!

INTERNET: ad ogni arrivo in porto, la prima preoccupazione di molti equipaggi era trovare un internet-café, non tanto per le e-mail, ma per aggiornare il proprio sito web, scaricare foto, effettuare operazioni bancarie on-line ed altre attività che richiedono una connessione più veloce ed a minor costo di quella ottenibile tramite l'Iridium.
In realtà abbiamo avuto bisogno di ricorrere agli internet-café molto meno spesso di quanto ci aspettassimo, ormai moltissimi porti (o esercizi che si affacciano sul porto) in giro per il mondo forniscono l'accesso internet tramite wi-fi, purtroppo spesso a pagamento (talvolta a prezzi esagerati...) e spessissimo di cattiva qualità: l'uso di una antenna wi-fi esterna amplificata è essenziale, e comunque è normale spendere un sacco di tempo per svolgere operazioni che a casa richiederebbero pochi minuti.
Tenere aggiornato un sito web si è rivelato impossibile, mentre è più fattibile mettere le proprie informazioni in un blog capace di ricevere gli aggiornamenti tramite e-mail. Esistono anche siti specializzati per gestire i position report e brevi notizie da barche in navigazione, come lo YachtPlot messo a disposizione dal Rally.

RADIO VHF: inutile in navigazione, quando le barche dopo poche ore sono troppo lontane, il VHF è invece usatissimo in porto per comunicare tra le varie barche o tra barca ed equipaggio sceso a terra; la nostra radio Icom si è rivelata piuttosto scadente e specialmente il praticissimo microfono/comando remoto installato in pozzetto è inadeguato ad una installazione all'aperto!...

NAVTEX: semplice, poco costoso, funziona da solo e consuma pochissimo, ma la sua utilità è grandemente limitata dalla scarsa qualità e tempestività delle informazioni trasmesse da molti paesi. Peccato, perchè la ricezione è buona anche al largo e sarebbe un eccellente mezzo per ricevere i bollettini.

AIS: il sistema AIS è obbligatorio solo per le navi al di sopra di un certo tonnellaggio, che tramite questo sistema trasmettono dati relativi alla propria identità, rotta e posizione, che possono essere visualizzati sullo schermo di radar predisposti (il nostro non lo era) o su uno schermo separato. Noi non lo avevamo e dovevamo quindi fare affidamento solo sul radar, comunque per una piccola barca la maggiore utilità è di identificare il nome delle navi per poterle chiamare per radio! Tenuto conto del prezzo non stratosferico, in futuro sicuramente lo installeremmo, preferibilmente un modello che riceva e trasmetta, non uno solo ricevente.

POSTA: la buona vecchia posta ha ancora una sua ragion d'essere, a parte le inevitabili cartoline inviate ad amici e parenti (la maggior parte sono arrivate...). In diverse occasioni abbiamo impacchettato e spedito a casa gadget e regalini acquistati lungo il viaggio, sia per fare un po' di spazio a bordo e sia per la felicità dei destinatari!
 

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Last Update: 11/11/2014

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