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FIUME VILAINE: ARZAL e LA ROCHE BERNARD

Siamo pronti a partire, ma il tempo si mantiene inclemente, con frequenti acquazzoni.   Contavamo di partire al massimo lunedi, siamo già a mercoledi ed il meteo continua ad essere sfavorevole, per cui decidiamo di risalire il fiume Vilaine, spostandoci da Arzal a La Roche Bernard, dove almeno c'è una cittadina vicino al porto.

LA PARTENZA: DA ARZAL A BELLE ILE:

Il tempo non è completamente assestato, ma decidiamo intanto di portarci a Belle Ile, da dove poi spiccheremo il balzo per la traversata del Golfo di Guascogna.

La temuta prova del passaggio dalla chiusa di Arzal (affollatissima, dato la stagione!) passa via liscia, ed una volta usciti dal fiume abbiamo la prima occasione di provare come và Shaula3 di bolina.

Arriviamo a Belle Ile quasi a mezzanotte, ed andiamo a dare fondo in una caletta qualsiasi, che si rivela essere piena di barche alla fonda, nessuna con uno straccio di fanale di fonda!!

IL GOLFO DI GUASCOGNA: DA BELLE ILE A LA CORUÑA:

Partiamo con una certa apprensione per la traversata di oltre 300 miglia: il primo giorno il vento è ancora fresco, prevalentemente da nord-ovest e quindi al traverso, poi comincia gradualmente a diventare incostante.

Il secondo giorno dobbiamo alternare tratti a vela con tratti a motore, che diventeranno più frequenti il terzo giorno, tanto che ci concederemo di pranzare in pozzetto, sulla tavola imbandita, nella calma piatta più totale!

Avvistiamo varie volte gruppi di delfini, molto più numerosi e molto più giocherelloni di quelli che solitamente incontriamo in Mediterraneo!   Spesso restano con noi per delle mezz'ore, divertendosi a roteare sotto la nostra prua.

Avvistiamo anche brevemente quella che ci è sembrata una grossa balena.

Il pomeriggio del terzo giorno avvistiamo la costa spagnola; arriviamo sottocosta che ormai è buio, per cui decidiamo di continuare a navigare fino al mattino e di raggiungere così La Coruña.

La prima impressione di La Coruña non è entusiastica, sembra un grande porto commerciale come Genova, poi però raggiungiamo la Darsena Deportiva dove siamo subito accolti al pontile di transito, e l'atmosfera cambia!

Siamo vicini alla città vecchia, che si rivela molto gradevole.   Lorenzo se la gira in lungo ed in largo, poi scopre una spiaggia che dà sul mare aperto ed è piena di fanciullame vario, e sparisce!

La sera, veniamo anche gratificati da uno spettacolo di fuochi artificiali per la festa di Maria Pita (celebrità locale?).

Spendiamo una seconda giornata a rinfrancarci dalla lunga traversata, fare qualche piccola riparazione e rifornimento di cibarie, che scompaiono dalla cambusa ad una velocità allarmante! 

L'unico problema è che la città vecchia scarseggia di negozi; l'unico supermercato, peraltro piccolino, non è vicinissimo, e torniamo a bordo carichi come muli e stanchi morti.

GALIZIA, CAPO FINISTERRE E LE RIAS:

Appena usciamo dal ridosso del porto, il vento rapidamente rinforza e gradualmente gira a Nord.

Quando arriviamo al capo soffia intorno ai 35 nodi e noi puggiamo, filando al gran lasco con le vele ben ridotte.   Il timoniere deve stare un po' attento a prender bene le onde, che sono alte un paio di metri, anche se dalle foto poi non sembra, ed un'onda arriva a schiaffeggiarci il mascone e ci riempie il pozzetto.

Verso sera, filiamo verso costa ed andiamo a dar fondo a Camariñas dove passiamo una notte tranquilla.

Il secondo giorno, appena fuori ritroviamo il vento, appena meno forte di ieri, ed è un'altra galoppata in fil di ruota giù fino ad aggirare Capo Finisterre, dove il vento cade di colpo!

Altra notte all'ancora dietro al ridosso del Capo, e la mattina quando ripartiamo c'è una nuova sorpresa: un nebbione pazzesco!    Si vede a malapena ad una ventina di metri, e procediamo a motore in punta di piedi, col segnale da nebbia che ci fa sobbalzare ogni due minuti e gli occhi incollati al radar!!

Per fortuna, in questa zona le navi passano più al largo; ci teniamo ad una certa distanza dalla costa, e dobbiamo schivare qualche pescatore ed un paio di barche da diporto.   Dopo un paio d'ore la visibilità migliora, si intravede la costa a circa mezzo miglio di distanza, ma purtroppo resterà così per due giorni, impedendoci di apprezzare un tratto di costa che ha fama di essere molto bello.

Per la verità, a parte la nebbia, le Rias ci hanno deluso molto: è vero che l'orografia della costa è intrigante, ma lo sviluppo urbanistico sulla costa è scriteriato, con frequenti, bruttissimi insediamenti industriali e cittadine moderne e niente affatto caratteristiche.   Le insenature poi sono costellate di allevamenti di mitili che occupano quasi tutti gli ancoraggi più belli.
La gente del posto deve pur campare, ovviamente, ma è chiaro che non campa di turismo! 

BAYONA:

Arrivando nei pressi della baia di Vigo, che vista da lontano nella foschia non sembra molto attraente ed è anche povera di infrastrutture per il diporto , decidiamo di tentare una sosta a Bayona, dove è stato recentemente realizzato un nuovo marina.

Detto, fatto: ci ormeggiamo al pontile di transito (ben visibile ed agevole, ma un po' esposto alla risacca) e partiamo in esplorazione.

A quanto pare l'unico vanto della città è costituito dall'arrivo nel 1493 della "Pinta" di ritorno dalle Americhe con la notizia della scoperta del nuovo mondo:

Molti vacanzieri (perloppiù locali), la cittadina ricorda per molti versi i paesi della riviera Ligure, con poche file di case a ridosso della collina; le case fronte mare più vecchie, caratteristiche ma piuttosto cadenti, e quelle nelle file dietro moderne ed anonime.

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Last Update: 21/09/2014

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